Uno spaccato di vita, persone speciali ed insieme comuni dipingono un quadro affascinante della Sicilia degli anni ‘50. Troppo reali per essere totalmente inventati, ma insieme così particolari che si stenta a crederli veri. Il contesto, poi, il paesaggio, le strade, le case, gli uomini e le donne, i bambini, gli animali ed i mestieri, le relazioni e le solitudini ti fanno scoprire e, direi, vivere un “piccolo mondo antico” affascinante.
La Cuba ha suscitato in me una moltitudine di sensazioni, mentre
leggevo e mi addentravo nei luoghi e nei personaggi riuscivo
contemporaneamente a sentirmi coinvolta nelle vicissitudini del rione
palermitano e a ricordare e rivivere episodi, nomi, aneddoti della mia
vita da ragazza di paese. Le vicende narrate sono tutte intense ed
emozionanti nel caleidoscopio di figure che intervengono con le loro
storie, il loro modo di vivere, (età, sesso, mestiere, stato sociale,
cultura, genere). La cosa straordinaria è che decontestualizzando i
personaggi ancora oggi nei paesi c’è una “Cosce di legno”(a Nicosia
abbiamo “St…. di ferro!!), così come “Leda” moglie fedifraga, o come
Miccioni e Rosaria uniti in matrimonio per convenienza di entrambi….
“Quelle due anime semplici, nate nello squallore, ispirarono una tale
tenerezza e un sentimento delicato di speranza, che, rappresentarono le
meraviglie della natura umana, la sua rivincita e la sua risurrezione”:
questa descrizione ha inumidito i miei occhi di lettrice; così come la
storia di Pietro, anche io ho temuto il peggio quando è stato preso in
ostaggio al canile…. e sentivo il mio cuore battere veloce divorando
le parole per conoscerne la sorte!
Quando termino la lettura di un bel libro, un libro capace di suscitare
emozioni, e che in cambio del tempo che gli si è dedicato ti ha donato
“ricchezza”, compio sempre lo stesso gesto: lo stringo a me come per
trattenere e fare mie le emozioni che quel libro è riuscito a donarmi,
La Cuba l’ho stretto forte…..
All’ombra dello storico monumento di Palermo detto La Cuba, l’autore descrive dei fatti, quasi dei quadretti in cui i personaggi si muovono, agiscono ed esprimono le loro passioni, tanto che a volte si stenta a considerarli persone reali. Fantasmi che sorgono dal passato in cui affondano le radici dell’autore e che pulsano di vita e di sentimenti semplici, intensi, appassionati e a volte cinici. Riaffiorano fatti tragici, e drammatici, ma sono sempre l’espressione di un’umanità che spende intensamente la sua esistenza. Pur se appartenenti a un mondo che fu, l’autore ce li presenta con tutta la forza, la passione e l’affetto di chi quei personaggi ha quasi conosciuto e amato. Gilda, bella e ammaliatrice, Leda fascinosa, dolce e spregiudicata, Don Caloro semplice e patetico, Miccione e Rosaria due anime belle che riempiono di gioia e di speranza. E che dire di Pietro, amato da tutti gli abitanti del rione e soprattutto dai loro bambini.
Molto bello!