Archivio mensile: Luglio 2018

Dall’Alleanza lavoro futuro 100mila posti per i giovani

Segnalato da Paola Tieri Sole 24 h odierno

La digital transformation sta rivoluzionando il mondo del lavoro. Alcuni mestieri stanno sparendo e al contempo emerge dirompente la domanda di nuove professionalità a cui però il sistema educativo non riesce a rispondere. Il risultato è che il mismatch tra domanda e offerta di lavoro aumenta: come evidenzia uno studio Anpal-Unioncamere , la difficoltà segnalata dalle imprese di trovare il candidato più idoneo è passara dal 12% dei contratti totali del 2016 ad oltre il 21% del 2017.  Il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro, che quest’anno arriva ad interessare più di un posto di lavoro su 5.

Quello del lavoro è un tema cruciale  che anche il Presidente Matterella ha affrontato nel suo ultimo discorso di fine anno, quando ha parlato della necessità di governare i cambiamenti e ha ricordato l’importanza del lavoro, soprattutto per i giovani. Per essere competitivo nel nuovo contesto di mercato, nessun Paese può permettersi di utilizzare solo metà del suo principale asset, i giovani: nonostante i dati incoraggianti dell’ultimo periodo in termini crescita degli occupati (23,18 milioni a novembre 2017, il livello più alto dal 1977, inizio delle serie storiche Istat), il nostro Paese fatica a generare nuova occupazione, a riallineare domanda e offerta di professionisti e ad inserire i giovani nel mercato del lavoro.

Ecco perché EY ha deciso di impegnarsi insieme con altre aziende e organizzazioni leader, università, scuole secondarie e formatori, in un’Alleanza per il lavoro del futuro. Si tratta di un programma concreto volto a facilitare la comprensione delle dinamiche che stanno modificando il lavoro e indicare la strada da seguire in questo percorso e avviare progetti che possano trasformare le criticità di questo momento in nuove opportunità.

“Le grandi aziende hanno rilevato, come noi, la necessità di investire sui giovani e si stanno muovendo di conseguenza, mentre le Pmi hanno ancora molto margine per ampliare gli investimenti sul lavoro del futuro e ottenere così un vantaggio competitivo – Donato Iacovone, Ad di EY in Italia e Managing Partner dell’Area Mediterranea – Per questo motivo ci siamo fatti promotori di un’Alleanza tra imprese e mondo dell’istruzione universitaria e superiore, un network che può affiancare le Pmi in questo processo di trasformazione, contribuendo a promuovere azioni concrete, compresa l’immissione di giovani nel mondo del lavoro con competenze nuove. Abbiamo stimato che se aderiranno almeno 50 aziende si potranno creare più di 100.000 posti di lavoro nei prossimi 5 anni. L’Alleanza, alla quale stanno rapidamente aderendo primarie imprese e università, potrebbe efficacemente contribuire a ridurre la percentuale dei disoccupati, avvicinando in 3 anni il Paese alla media europea”.

Con l’Alleanza si sviluppa un sistema per potenziare i ruoli dei diversi protagonisti: i ceo delle grandi aziende e organizzazioni che influenzano in modo determinante le professioni future; le Università, le Scuole superiori e le Business School che possono aiutare a capire quali saranno le competenze del futuro e come svilupparle.

Attualmente in Italia solo il 29% della forza lavoro possiede elevate competenze digitali, contro una media Ue del 37%. Un divario che rischia di aggravarsi se si considera la bassa partecipazione di lavoratori a corsi di formazione (8,3%) rispetto alla media Ue di 10,8% e a Paesi quali Francia 18,8% e Svezia 29,6%. Per recuperare competitività è quindi necessario investire sullo sviluppo di capacità professionali nuove.

L’Alleanza si propone di accelerare la comprensione delle dinamiche che portano alla trasformazione del lavoro e abilitare la realizzazione di iniziative concrete per lo sviluppo delle nuove professionalità, declinate sui territori e sui settori.

Ad oggi sono 21 le realtà che hanno aderito, tra queste: Docomo Digital, GE Italia, Italiaonline, Luiss Business School, Microsoft, Nana Bianca, SAP, Spencer Stuart. L’Alleanza si riunirà per la prima volta l’8 febbraio a Milano.

Nasce a Torino il primo campus per «l’educazione a impatto»

Segalato da Paola Tieri Avvenire .it

Danilo Poggio mercoledì 25 luglio 2018
Diventa realtà il sogno dell’imprenditore 91enne Giovanni Cottino: un nuovo modello formativo per trasmettere l’importanza della sostenibilità
Nasce a Torino il primo campus per «l'educazione a impatto»

Un campus che insegna a ‘fare impresa’ senza trascurare l’impatto sociale. Diventa realtà il sogno dell’imprenditore 91enne Giovanni Cottino e nascerà nei prossimi mesi a Torino il primo campus dedicato alla cosiddetta ‘impact education’. Ci si propone un nuovo modello formativo, per trasmettere l’importanza della sostenibilità sociale (non solo ambientale ed economica) e per integrarla in tutti i modelli di business, per un futuro maggiormente a misura d’uomo. La Fondazione Giovanni e Annamaria Cottino ha individuato nel Politecnico, una delle migliori università tecniche a livello internazionale, il partner ideale per realizzare il progetto: un percorso altamente distintivo, pensato per studenti, manager, organizzazioni private e istituzioni, in grado di sviluppare talenti e generare conoscenza e cultura attraverso attività di formazione e sperimentazioni innovative. Sede del campus sarà un’area dedicata del Politecnico, all’interno della Cittadella, in attesa della costruzione del nuovo Learning center. «Nel corso della mia carriera imprenditoriale – spiega Giovanni Cottino – ho capito i punti di forza che un manager deve avere per confrontarsi al meglio sul mercato e, in un mondo sempre più competitivo ed internazionalizzato, non possiamo trascurare una formazione completa e soprattutto gli scenari futuri in continua crescita ed evoluzione». Tra gli argomenti trattati a lezione, ci saranno etica, open democracy e democrazia economica, ma anche progettazione sistemica di imprese sociali e progetti per le comunità. Insomma, un approccio a tutto tondo alla sostenibilità sociale, con l’interdisciplinarietà di materie tecnologiche e scienze umane. Il campus mira a costruire un nuovo modello di riferimento ed avrà come partner strategico, per l’articolazione e l’erogazione dell’offerta, SocialFare – Centro per l’Innovazione Sociale, nato dall’impegno della Congregazione dei Giuseppini del Murialdo. La fondazione riconosce nella Congregazione un partner di primo piano per contribuire a dare concretezza alla comune preoccupazione di unire comunità e competenze differenti, nell’impegno a ricercare uno sviluppo sostenibile ed integrale delle persone e della società: «Nel campus – spiega don Danilo Magni, Presidente SocialFare e referente della Congregazione – potremo valorizzare i prototipi educativi e formativi di inclusione e sviluppo di impresa sociale che abbiamo positivamente sperimentato in questi anni e inventarne di nuovi».

Ecologia

E la plastica raccolta nel fiume diventa un’isola verde per la città

E la plastica raccolta nel fiume diventa un'isola verde per la città

E’ grande 140 metri quadri il parco acquatico di Rotterdam, ideato e realizzato dai giovani della Recycled Island Foundation. Prima hanno installato in acqua trappole per la raccolta e il riciclo dei rifiuti, hanno costruito esagoni che si incastrano. Con fioriere, panchine e piante di ogni genere

di GIACOMO TALIGNANI

QUANDO un’anatra si è fermata a riposare sull’isolotto di plastica riciclata che avevano appena creato, i giovani di Rotterdam hanno esultato, convinti di aver finalmente trasformato il problema in soluzione. Come avviene negli oceani di tutto il mondo, i cittadini olandesi osservavano infatti da anni la costante crescita dell’inquinamento da plastica nel Mare del Nord, senza sapere come arginarlo. Così i ragazzi della no profit Recycled Island Foundation, notando centinaia di rifiuti scaricati dai canali della città e diretti al mare, hanno deciso di agire prima che fosse troppo tardi, andando direttamente alla fonte: dovevano impedire ai detriti di arrivare fino al grande blu. Nell’arco di diciotto mesi hanno tirato via 9mila chili di detriti di plastica dai fiumi, li hanno riciclati e infine trasformati in un parco galleggiante costruito con i materiali recuperati – il Recycled Park appena inaugurato – che potrebbe contribuire a salvare l’ecosistema fluviale cittadino.
“Il progetto è durato cinque anni – spiega il coordinatore del team Ramon Knoester – per realizzarlo hanno dovuto affinare la tecnica”. Coinvolgendo studenti dell’Università di Rotterdam, Comune, governo e dozzine di sponsor, il primo passo è stato quello di realizzare delle trappole.

Tre speciali piattaforme fluttuanti, costate 50 mila euro l’una, in grado di fungere da filtri, piazzate dai volontari in posizioni strategiche sull’importante fiume Mosa, 950 chilometri d’acqua che scorrono dalla Francia sino ai Paesi Bassi. Le piattaforme bloccavano grandi quantità di bottiglie, sacchetti, contenitori per detersivi e pezzi di polimeri di ogni tipo. La plastica catturata, grazie all’aiuto dei giovani ricercatori dell’università di Wageningen, è stata poi trasformata in grandi blocchi esagonali, da due metri per lato, unibili fra loro tramite bulloni in un sistema a “nido d’ape”, come fossero mattoncini di Lego. L’importante era non sprecare nulla della plastica recuperata, ma usarla tutta: per la parte superiore della piattaforma, ad esempio, è stata utilizzata una pellicola profilata di polistirolo; per il corpo centrale – dovendo galleggiare – polistirolo espanso, polipropilene per la scocca e infine, per la parte a contatto con l’acqua, una struttura ruvida ottenuta con altri polimeri. I primi di luglio queste isole esagonali green sono state piazzate sul fiume Nieuwe Maas dando vita agli iniziali 140 metri quadri (in totale saranno 1500) del primo parco galleggiante cittadino. Un processo circolare e sostenibile che ha del meraviglioso: da pericolosi scarti inquinanti i detriti sono diventati strutture che potranno fungere da panchine o luoghi di incontro per le persone, ma anche da “case” per preservare l’ecosistema.

“Hanno diversi usi – spiega Knoester – e sono molto adattabili: in superficie, come fossero vasi, sono state piantate negli esagoni diverse specie di piante e fiori in grado di attrarre api e insetti, mentre nel lato subacqueo, tramite uno speciale materiale ruvido, i pesci potranno trovare punti in cui deporre le uova”. Secondo gli ideatori contribuiranno a mantenere la biodiversità del fiume e fungeranno da riparo per “microrganismi, uccelli, alghe, larve, lumache. Così ricicliamo e preserviamo l’habitat in un colpo solo”. Tenendo conto che secondo le stime il 90% della plastica degli oceani proviene proprio dai fiumi (dieci in tutto il mondo ma in particolare la maggior parte della plastica proviene da quelli dell’Asia) l’idea dei ragazzi di Rotterdam ha subito entusiasmato altre paesi decisi a lottare contro lo stesso problema. “Se questo prototipo funzionerà, potremmo adattarlo ovunque”. In Indonesia, ad Ambon, il team olandese sta già piazzando nuove trappole per cominciare a inghiottire rifiuti. Ad agosto invece toccherà a Bruxelles e poi ad Amsterdam. “Tutti possiamo fare qualcosa per l’ambiente, in primo luogo riciclare. Ma se ormai il danno è fatto, ricordiamoci sempre una cosa: recuperare i rifiuti nei fiumi, prima che arrivino in mare aperto, è molto più facile che catturarli dopo, quando diventano microplastiche invasive e letali”.

Lavoro stagionali: boom di opportunita’ al Sud

Da PMI del 10/7
La mappa nazionale delle opportunità di lavoro per l’estate 2018: aumentano le richieste da parte delle imprese del Mezzogiorno.

Sono circa 1,3 milioni i rapporti di lavoro che le imprese prevedono di attivare tra giugno e agosto 2018.Ad affermarlo è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con ANPAL, report che sottolinea come la richiesta di personale arrivi soprattutto dalla filiera turistica.

A influire su questa cifra sono anche le opportunità stagionali, ma in generale il tasso di entrata che segnala il rapporto tra numero di entrate programmate e dipendenti delle imprese sale, infatti, al 4,4%.A livello nazionale, è il Mezzogiorno l’area che nel mese di giugno ha mostrato la maggior richiesta di lavoro pari a 143mila i contratti programmati, con la Puglia in cima.

A seguire compare il Nord-Est (137mila) trainato dall’Emilia Romagna e il Nord-Ovest (133mila le entrate previste), con la Lombardia in primo piano. Per quanto riguarda il Centro Italia, sono oltre 96mila i contratti di lavoro da attivare, il 40% dei quali riguardano il Lazio.

In generale, le imprese di tutto il territorio lamentano una costante difficoltà di reperimento di risorse, difficoltà che riguarda in primis cinque settori specifici, quattro inerenti i comparti ti manifatturieri seguiti da ranking e servizi.
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In generale, le imprese di tutto il territorio lamentano una costante difficoltà di reperimento di risorse, difficoltà che riguarda in primis cinque settori specifici, quattro inerenti i comparti ti manifatturieri seguiti da ranking e servizi

Commercio estero: formazione per disoccupati

da PMI del 10/07
Corso di formazione per neolaureati in cerca di lavoro nell’ambito del commercio estero.

Umana Forma e Ca’ Foscari Competency Centre promuovono a Venezia il corso di formazione “International Business Management”, percorso rivolto ai neolaureati alla ricerca di un’occupazione che ha come obiettivo quello di potenziare competenze e conoscenze necessarie per lavorare nell’ambito del commercio estero.

Corso

Il corso è gratuito e destinato a giovani neolaureati disoccupati o inoccupati che potranno apprendere nozioni fondamentali per operare nel ramo del commercio estero. Il percorso avrà inizio il 12 settembre 2018 e si concluderà il 24 ottobre. Tra i contenuti previsti compaiono:

  • Soft skills Lab: Orientamento al risultato, Adattabilità, Empatia;
  • Il sistema economico internazionale;
  • Organizzazione;
  • Strumenti per sviluppare nuove opportunità di business internazionale;
  • Collocazione di un prodotto sul mercato estero;
  • Adempimenti connessi alle attività di import-export;
  • Tutela contrattuale nei pagamenti internazionali;
  • Le fonti di finanziamento per l’internazionalizzazione;
  • Business plan;
  • Managing people;
  • Ricerca attiva del lavoro;
  • Comunicazione interpersonale e public speaking;
  • Diritto del lavoro.

Iscrizioni

Per iscriversi al corso di formazione è necessario compilare la form sul sito di Umana Forma.

Best Western assume esperti e manager

Da PMI del 10 luglio

Il gruppo alberghiero Best Western ha avviato le selezioni per reclutare profili qualificati da inserire presso la sede centrale italiana situata a Milano. Le posizioni aperte riguardano, nel dettaglio, i comparti del Revenue Management e dell’Help Desk Department.

Offerte di lavoro

La ricerca di personale finalizzata al potenziamento dell’organico si rivolge a due figure specializzate, in possesso di requisiti specifici e di esperienza consolidata:

  • Revenue Management Specialist: figura coinvolta nella concessione di supporto e consulenza in ambito pricing e distributivo per gli hotel del gruppo, occupandosi di analisi delle performance degli hotel e fornendo proposte per la crescita ma anche soluzioni per implementare strategie distributive. Tra I requisiti figurano la conoscenza di dinamiche distributive e-commerce e rate integrity, conoscenza della lingua inglese, predisposizione al lavoro in team. Si richiede una precedente esperienza in analogo ruolo presso hotel affiliati a catene alberghiere, utilizzo avanzato di excel, conoscenza di Property Management System e piattaforme di Business Intelligence e Revenue Management;
  • Help Desk Department: la risorsa ricercata è chiamata a supportare gli alberghi che usano il gestionale alberghiero Visual Matrix. Si richiede una precedente esperienza in hotel con un ruolo attivo nella configurazione o utilizzo del PMS o provider PMS. È necessario possedere flessibilità, predisposizione al lavoro di gruppo, doti relazionali e costituisce titolo preferenziale la conoscenza del gestionale alberghiero Opera.

Candidature

Per candidarsi è necessario collegarsi al sito del gruppo alberghiero e consultare i dettagli delle posizioni aperte presso la sede centrale

Stipendi in Italia: dove si guadagna di piu’?

Da PMI del 3 /7 di Teresa Barone 2/7.

La classifica delle province italiane dove si lavora di più e si percepiscono compensi che superano la media nazionale.

Una dettagliata classifica delle province italiane basata sul tasso di occupazione e sullo stipendio medio percepito dai lavoratori dipendenti: questo è quanto ha messo a disposizione l’Osservatorio Statistico dei Consulenti del Lavoro aggiornato con i dati del 2017, realizzando una graduatoria locale che mostra quali città sono in grado di offrire migliori opportunità occupazionali e prospettive di carriera più ampie.Osservando i dati dal punto di vista della partecipazione al mercato del lavoro è Bologna a vantare il primato, come nel 2016, seguita da Trieste, Monza e Brianza, Milano, Lecco. Per trovare Roma bisogna scendere fino alla diciassettesima posizione, mentre fanalino di coda è Crotone preceduta da Napoli, Reggio Calabria e Palermo.

Per quanto riguarda il tasso di occupazione è Bolzano a collocarsi in cima alla graduatoria (72,9%), mentre la Provincia con il tasso più basso è Reggio Calabria (37,5%). Dal secondo posto in poi compaiono Bologna (71,8%), Milano (69,5%), Piacenza (69,4%), Parma e Firenze (69,3%), Lecco (69,2%), Belluno (69,2%), Modena (69,1%), Pisa (68,9%), Pordenone (68,6%), Cuneo e Reggio nell’Emilia (68,4%), Siena (68%), Arezzo (27,8%), Biella (67,7). Roma si colloca al 48esimo posto della classifica (63,6%).

I dati sulle disparità retributive vedono in cima alla classifica delle Province dove si guadagna di più Bolzano, seguita da Varese e Bologna, mentre in fondo si collocano Crotone e Ragusa:

Milano Volano per le Startup

Da PMI del 4 luglio

Boom di start-up a Milano nel 2018: ecco i settori trainanti e il successo delle attività co-working.

Sono 83 le start-up nate quotidianamente a Milano nel corso del 2018, una cifra che indica un trend più che positivo e che colloca il capoluogo lombardo in cima alle città italiane per numero di nuove attività avviate in vari settori.Nei primi tre mesi del 2018, inoltre, ammontano a 7mila le start-up avviate nel milanese secondo quanto diffuso dalla Camera di Commercio sui dati del registro imprese.

Settori

Tra i settori maggiormente interessati dalla nascita di nuove imprese figurano:

  • lavori di costruzione specializzati 607;
  • commercio all’ingrosso (escluso quello di autoveicoli) 533;
  • commercio al dettaglio (escluso quello di autoveicoli) 383;
  • attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale 291;
  • attività dei servizi di ristorazione 222;
  • attività immobiliari 212;
  • altre attività di servizi per la persona 195;
  • produzione di software, consulenza informatica 188;
  • attività di servizi per edifici e paesaggio 183;
  • attività di supporto per le funzioni d’ufficio 169.

Co-working

In particolare, Milano ha visto nascere numerose attività legate al co-working: delle 150 imprese che svolgono questo tipo di attività presenti in Italia, infatti, circa 20 sono nel capoluogo lombardo.