Il Lavoro c’e’: tra social e high tech

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Corsera del 14 nov. Dario De Vico
Se dai profili si passa alle singole abilità quella maggiormente richiesta è «la flessibilità» (termine quanto mai ampio) seguita dalla capacità di lavorare in gruppo e dall’autonomia. Ma allora è legittimo avanzare il dubbio che gli imprenditori non trovino «le persone giuste» più che i profili giusti? Ovvero non trovino giovani disponibili a cambiare mansione, ai turni, a coprire il sabato o la domenica se necessari e che si accontentino di una paga sotto i mille euro. «È giusto cercare di scavare nelle dichiarazioni degli imprenditori — risponde Bruno Anastasia direttore di Veneto Lavoro — perché l’affermazione ricorrente è non-trovo-quello-che-voglio-io, quindi un ragazzo già formato, che abiti vicino, che sia flessibile e costi poco. Quindi più che una mancanza in assoluto delle figure che si cercano il mismatch è territoriale e salariale». Quelle persone ci sono ma altrove e con altre paghe. «E gli imprenditori cercano poco perché non hanno tempo e cercano male». E anche sull’indisponibilità culturale dei giovani Anastasia tira il freno. «Siamo sicuri che i giovani vogliano sottrarsi al lavoro manuale? Non siamo davanti a una generazione che si laurea al 100%, anzi. Poi il lavoro di cui stiamo parlando è assai diverso dal passato, potremmo definirlo semi-manuale». Per il direttore di Veneto Lavoro comunque il corretto allineamento tra domanda e offerta è difficile da ottenere in assoluto. Prendiamo il caso della medicina. «Servono medici che devono studiare per forza nelle facoltà di medicina, quindi la corrispondenza tra domanda e offerta è semplicissima, eppure alla fine mancano i medici e alcune specializzazioni vanno deserte».
Le contraddizioni
Dal suo studio di presidente dell’Anpal Maurizio Dal Conte ha ben presente le contraddizioni che stanno dietro al mismatch . Ricorda come si faccia fatica a trovare anche figure professionali come i traduttori e i formatori e nella fascia bassa in qualche caso camerieri e cassiere. Assicura che si sta lavorando per avere nuovi strumenti di conoscenza, «miglioreremo l’indagine Excelsior che rimane la previsione più affidabile delle professionalità richieste divisa per territorio». Purtroppo le banche dati regionali non si parlano tra loro e gli stessi confini amministrativi — specie al Nord — lasciano il tempo che trovano nell’economia dei flussi. Subito dopo «c’è la necessità di riorientare la formazione professionale, non possiamo dare al mercato una minestra precotta, dobbiamo sapere cosa ci chiede e agire di conseguenza». Ma saranno gli Its, i nuovi istituti tecnici a fare il miracolo, a dare per tempo all’industria i periti di nuova generazione che mancano? «Sicuramente gli Its hanno un placement medio dell’80%, il miglior tasso d’occupazione che conosciamo ma crearli costa. Bisogna costruirli coinvolgendo università, imprese, Camere di Commercio e ai costi di una start up. Con la legge di Bilancio c’è stato un primo finanziamento straordinario, bisogna moltiplicarli senza abbassare la qualità ma occorre cambiarne anche la governance, così com’è è troppo complicata». Tanto per avere le proporzioni del ritardo oggi dagli Its escono in Italia 8 mila diplomati mentre in Germania li frequentano 800 mila ragazzi.
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Se dai profili si passa alle singole abilità quella maggiormente richiesta è «la flessibilità» (termine quanto mai ampio) seguita dalla capacità di lavorare in gruppo e dall’autonomia. Ma allora è legittimo avanzare il dubbio che gli imprenditori non trovino «le persone giuste» più che i profili giusti? Ovvero non trovino giovani disponibili a cambiare mansione, ai turni, a coprire il sabato o la domenica se necessari e che si accontentino di una paga sotto i mille euro. «È giusto cercare di scavare nelle dichiarazioni degli imprenditori — risponde Bruno Anastasia direttore di Veneto Lavoro — perché l’affermazione ricorrente è non-trovo-quello-che-voglio-io, quindi un ragazzo già formato, che abiti vicino, che sia flessibile e costi poco. Quindi più che una mancanza in assoluto delle figure che si cercano il mismatch è territoriale e salariale». Quelle persone ci sono ma altrove e con altre paghe. «E gli imprenditori cercano poco perché non hanno tempo e cercano male». E anche sull’indisponibilità culturale dei giovani Anastasia tira il freno. «Siamo sicuri che i giovani vogliano sottrarsi al lavoro manuale? Non siamo davanti a una generazione che si laurea al 100%, anzi. Poi il lavoro di cui stiamo parlando è assai diverso dal passato, potremmo definirlo semi-manuale». Per il direttore di Veneto Lavoro comunque il corretto allineamento tra domanda e offerta è difficile da ottenere in assoluto. Prendiamo il caso della medicina. «Servono medici che devono studiare per forza nelle facoltà di medicina, quindi la corrispondenza tra domanda e offerta è semplicissima, eppure alla fine mancano i medici e alcune specializzazioni vanno deserte».
Le contraddizioni
Dal suo studio di presidente dell’Anpal Maurizio Dal Conte ha ben presente le contraddizioni che stanno dietro al mismatch . Ricorda come si faccia fatica a trovare anche figure professionali come i traduttori e i formatori e nella fascia bassa in qualche caso camerieri e cassiere. Assicura che si sta lavorando per avere nuovi strumenti di conoscenza, «miglioreremo l’indagine Excelsior che rimane la previsione più affidabile delle professionalità richieste divisa per territorio». Purtroppo le banche dati regionali non si parlano tra loro e gli stessi confini amministrativi — specie al Nord — lasciano il tempo che trovano nell’economia dei flussi. Subito dopo «c’è la necessità di riorientare la formazione professionale, non possiamo dare al mercato una minestra precotta, dobbiamo sapere cosa ci chiede e agire di conseguenza». Ma saranno gli Its, i nuovi istituti tecnici a fare il miracolo, a dare per tempo all’industria i periti di nuova generazione che mancano? «Sicuramente gli Its hanno un placement medio dell’80%, il miglior tasso d’occupazione che conosciamo ma crearli costa. Bisogna costruirli coinvolgendo università, imprese, Camere di Commercio e ai costi di una start up. Con la legge di Bilancio c’è stato un primo finanziamento straordinario, bisogna moltiplicarli senza abbassare la qualità ma occorre cambiarne anche la governance, così com’è è troppo complicata». Tanto per avere le proporzioni del ritardo oggi dagli Its escono in Italia 8 mila diplomati mentre in Germania li frequentano 800 mila ragazzi.
l locale si trova a ca un’ora e 10’ da Londra. Sia l’entrata che l’interno sono caratterizzate da un low profile.
Ci sono tavolini circolari in due stanze ed il numero massimo di coperti e’ di 44. Arriviamo a pranzo mezzora prima delle 13, ma ci fanno subito accomodare. Al sommelier ordiniamo una bottiglia di prosecco Franciacorta che ci accompagnera’ a tutto pasto. Sono previsti comunque abbinamenti per le principali portate, oppure vini al bicchiere.
Il ristorante da circa 7 anni mantiene le tre stelle Michelin ed e’ stato votato come migliore nel mondo.
Il menu’ degustazione si articola lungo una mappa di 7 capitoli e rappresenta un perfetto giorno di vacanza, riferito all’infanzia del titolare Heston Blumenthal. Cio’ mi richiama le “ Madeleine” di Marcel Proust che evocano ricordi del passato e hanno dato avvio alla Ricerca del Tempo Perduto (Dalla Parte di Swann, I volume).
La durata e’ di poco oltre le quattro ore che passano in un battibaleno.
Inizialmente al capitolo 1 ci propongono quattro diversi tipi di cocktail ed optiamo per un campari. Viene servita quindi una mini conchiglia raffreddata in un contenitore di fumante ghiaccio secco, contenente l’aroma del campari.
Quindi alla tappa 2 ovvero la prima colazione: un panetto di pane, marmellata di arance e panna acida al posto del burro. Poi delle confezioni di cereali e una scatoletta di legno con un gettone ( Sweet Money) da usare al termine del pasto. I cereali sono da immergere in una salsina al gusto di bacon e salsiccia.
Il Capitolo tre si chiama “ Sound of the Sea” e vengono date delle cuffiette collegate ad un mini ipod inserito in una grande conchiglia marina. Il brano registra il moto ondoso ed il garrito dei gabbiani. In un piccolo cono, viene servito un gelato al gusto di cioccolato e gamberetti. Poi una piccola pallina ripiena di merluzzo, con intorno una guarnizione di caviale.
Alla quarta stazione, viene servita una zuppetta di tartaruga, con al centro un uovo di quaglia.
E’ gia’ sera e viene ( Capitolo V) servita la cena. Optiamo per il pesce e come piatto principale gustiamo un filetto di rombo – a dir poco- superlativo. Ottimo il dessert.
Al capitolo VI composizione di tartufi su letto di erbe e porcini.
Infine si conclude con l’ultima stazione, altro dessert e inseriamo il gettone in una casetta e si apre un cassetto pieno di dolcini per i bambini.
Le portate erano 17 e non non sono riuscito a citarle tutte.
Un servizio altamente professionale e’ stato svolto da un team di una diecina di giovanissimi camerieri di ambo i sessi, che si sono alternati a ciascuno dei tavoli.
Credo che sia il miglior ristorante che abbia mai avuto il piacere di frequentareAsk xyleoma about The Fat DuckThis review is the subjective opinion of a TripAdvisor member and not of TripAdvis
https://www.tripadvisor.co.uk/ShowUserReviews-g528798-d1571626-r633603633-The_Fat_Duck-Bray_on_Thames_Berkshire_England.html#
Grand Hotel Salsomaggiore
Abbiamo prenotato via weekenddesk, ottenendo un buon sconto. La camera,pur essendo pulita e’ molto stretta. Al bar poi, anche se pronto a versare la differenza, non mi danno un negroni ma un prosecco,
Nel complesso buon albergo.
Dobbiamo aspettare una mezzoretta in quanto il locale era pieno.
Ordiniamo un favoloso piatto di anolotti in brodo. annaffia il tutto vino rosso della casa.
Magra e gustosa la trippa. Tutto il servizio e’ sulle spalle della proprietaria per cui stanchi dell’attesa, rinunciamo al dessert. Rapporto prezzo qualita’ eccelllente.
https://www.tripadvisor.co.uk/ShowUserReviews-g1924905-d2031325-r632542216-Trattoria_Arcari-Colorno_Province_of_Parma_Emilia_Romagna.html#
la Rocca Sanvitale, nota anche come castello di Fontanellato, è un maniero d’epoca medievale interamente circondato da fossato colmo d’acqua, che sorge in piazza Matteotti 1 a Fontanellato, in provincia di Parma; al suo interno si trova la Saletta di Diana e Atteone, nota per gli affreschi manieristi del Parmigianino.
https://www.tripadvisor.co.uk/ShowUserReviews-g1020924-d1581288-r632539861-Rocca_Sanvitale_di_Fontanellato-Fontanellato_Province_of_Parma_Emilia_Romagna.html#
Salumificio Rossi Via Emilia, 129 Sanguinaro di Fontanellato Parma
La Culaccia ® è la parte migliore del prosciutto, la più pregiata, senza osso, senza gambo e senza fiocco (il piccolo ossicino a forma di conchiglia -anchetta in gergo- viene lasciato infatti per riconoscere tale parte del prosciutto). E’ lavorata e stagionata in modo estremamente naturale, non è insaccata, né manipolata. Ha poco scarto e la sua forma consente di fare fette sempre uguali dall’ini
zio alla fine. E’ morbida come il Prosciutto, dolce e pastosa come il Culatello.
Conviene andare a mezzogiorno. Piu’ tardi, ci si deve metetrsi in fila.
Ottimo il piatto di salumi misti e la squisita focaccia. Ottimo il rapporto prezzo qualita’.
Consiglio il lambrusco locale.
Ben organizzato il servizio nel grande salone.