CI SARA’ UN ALTRO GIORNO

copertina

 

            Vito ha speso la sua vita tranquillamente, avendo come riferimento il proprio io. Ad un certo punto della sua esistenza, però, il destino lo pone davanti alla sofferenza.  Egli, impreparato ad affrontare la sua nuova condizione, precipita nella disperazione. Ma un evento imprevisto, provocherà in lui una vera catarsi, che, dopo un lungo e faticoso travaglio interiore, gli farà vedere la sua vita sotto una luce affatto diversa. Finalmente troverà la pace che cercava, ma soprattutto la speranza che il suo lungo viaggio non sarà stato vano, perché la meta che l’attende non rappresenterà la fine, ma il principio.

Commenti (17)

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    Ringraziamenti
    • Ute: Presidente e personale di segreteria sempre benevoli e collaborativi in questa ormai ricorrente occasione.
    • Lyons Club, fondatore di questa importante istituzione, quale è oggi l’UTE
    • Voi amici che con la manifesta simpatia di sempre avete, ancora una volta, scelto di esserci.

    Il fatto di presentare il libro a ridosso del Natale, ormai alle porte, non è una trovata da film panettone, ma è dovuto alla lietissima occasione che, per la prima volta, mio figlio e la sua giovane sposa, che vivono negli Stati uniti, sono presenti ad una mia presentazione. Questo mi ha costretto ad un tour de force, e non ci sarei riuscito senza l’aiuto degli amici che mi hanno aiutato sia con la correzione delle bozze, che con i loro preziosi consigli.

    É un libro che mi ha preso molto tempo, ben due anni, e forse senza l’occasione di cui parlavo prima, non so quando sarebbe venuto alla luce. É un libro scritto con commozione, nel senso letterale del termine, un libro che potrà apparire triste, ma poiché esso trae origine dall’affetto per le persone che me lo hanno ispirato, non poteva che concludersi con la gioia della speranza, come lo stesso titolo intende indicare. Per citare ancora N. Bobbio, direi che è un libro “per riflettere su di noi, per ritrovare noi stessi.
    Spero che quando vi accosterete alla sua lettura, lo possiate fare con gli stessi sentimenti con i quali io l’ho pensato e scritto, e con lo sguardo al Natale, che, ormai alle porte, ci ricorda la felicità della nascita e, se pure a prezzo della sofferenza, anticipa anche la speranza e la gioia della resurrezione.
    Grazie
    Salvatore Polizzi
    02/12/2019

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  15. piero0810 (Autore Post)

    – “ CI SARA’ UN ALTRO GIORNO ” – Il titolo suggerisce un’ idea di futuro, di respiro, di apertura alla speranza. Ma alla speranza di che cosa ? All’inizio non si può capire. Il protagonista infatti, come succede a tante persone, raggiunta una certa età e trovatosi solo, comincia a provare una spiacevole sensazione di inutilità, è convinto di non servire più a nulla o a nessuno, se non addirittura di essere di impiccio, mentre , magari, fino a poco tempo prima si sentiva importante, cercato e rispettato. D’altronde, come dice Norberto Bobbio “ il corso storico dell’emarginazione dei vecchi è sempre più accelerato, ed è un dato di fatto, che è impossibile ignorare. Nelle società tradizionali statiche che si evolvono lentamente, il vecchio racchiude in se stesso il patrimonio culturale della comunità, in modo eminente rispetto a tutti gli altri membri . Il vecchio sa per esperienza quello che gli altri non sanno ancora, e hanno bisogno di imparare da lui……( così pensava anche Platone , Cicerone , Seneca – ndr ). Nelle società evolute invece il mutamento sempre più rapido sia dei costumi sia delle arti ha capovolto il rapporto tra chi sa e chi non sa. Il vecchio diventa sempre più colui che non sa rispetto ai giovani che sanno, e sanno, tra l’altro, anche perché hanno maggiore facilità di apprendimento”. ( Dalla lectio magistralis- De Senectute_-pronunciata presso l’Universtà di Sassari nel Gennaio del 2004 ) Ma ritorniamo a noi. Anche il nostro autore qui presente è stato attratto da questo tema, la senectus, il tempo più maturo della nostra vita. Certo, come tema non si può definire avvincente con la tensione ansiosa di un giallo, tuttavia l’ argomento , quasi a contraddire tutto questo, ti prende come se le “avventure”, tutte interne all’animo del protagonista e degli altri fossero le tue e il romanzo, nonostante tutto, cattura e si lascia leggere con un profondo e costante interesse. Ma vediamo di che cosa si tratta Vito, un ingegnere ormai da tempo in pensione, rimasto solo in casa dopo la perdita della moglie , comincia a non essere più del tutto autosufficiente e sceglie di andare a vivere in una casa di riposo . Vito ha due figli, molto attenti al padre, i quali con un certo dispiacere e qualche senso di colpa, si rendono conto della loro impossibilità a prendersene quotidianamente cura, ma sarà proprio lui a toglierli dall’imbarazzo e a risolvere il problema. Proprio per amore di loro sceglie di vivere in una casa di riposo. L’ambiente è accogliente, tutto cintato da un muro rivestito di piante e con un bel giardino. Lì Vito stringe amicizia con un altro anziano, Luigi, che più che amico, col tempo, diventerà il suo confidente, confidente di problemi profondi che
    l’età e l’ambiente non possono non suscitare e suggerire. Vito riesce a dire a lui anche quello che ai suoi figli terrà sempre nascosto, cioè le riflessioni più intime e segrete che riguardano il rapporto con la sua vita, diventata ormai, a suo parere, arida e inutile, come inutili gli appaiono le riflessioni, pur profonde, sui tanti interrogativi che pone a Luigi sul PRIMA E SUL DOPO e si capisce bene sul prima e il dopo di che cosa. Interrogativi a cui è difficile trovare una risposta che possa dare senso e convinzione in questo particolare tempo della vita. Ma a un certo punto un fatto inaspettato e cogente, una disperata e tenera richiesta di aiuto sarà per Vito la grande occasione per rientrare nella vita, per sentirsi di nuovo vivo e utile. Le vene tornano di nuovo a pulsare, il cancello si apre e il mondo torna ad essere suo, anche se fisicamente non si sposta dalla sua camera. Nonostante l’età e i suoi inevitabili acciacchi, Vito riscoprirà la vita e il suo magico potere. Per la prima volta il nostro autore affronta una tematica così diversa e lontana da quella degli altri romanzi presentati in questi anni : gli infiniti spazi dell’animo possono vivere e respirare anche in luoghi ristretti, come una stanza o un bel giardino circondato da un muro.
    Anna PULITI
    San Donato Milanese: 02/12/2019

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  16. piero0810 (Autore Post)

    UNIVERSITÀ DELLA TERZA ETÀ
    “GIAN PIERO PROFUMI”
    Fondata dal Lions Club “San Giuliano/San Donato Milanese”
    UNA DELLE 16 U.T.E. DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI MILANO FONDATE DAI LIONS
    Via Unica Per Bolgiano, 2
    20097 San Donato Milanese

    INTRODUZIONE AL LIBRO DI SALVATORE POLIZZI
    “CI SARÀ UN ALTRO GIORNO”

    di Romano Tronconi

    Caro Salvatore, cari Docenti, cari Discenti e cari Operatori,
    innanzitutto devo dire che sono particolarmente contento e molto onorato del fatto che Salvatore Polizzi mi abbia chiesto nuovamente di presentarlo in occasione della realizzazione del suo nuovo libro: “Ci sarà un altro giorno”.
    Con questo libro lo scrittore dell’Università della Terza Età Salvatore Polizzi è già alla sua 5º esperienza come romanziere, e sono certo che la sua vena artistica non si sia affatto esaurita!!, anzi: ritengo che ci dobbiamo aspettare ulteriori novità.
    Non si stupisca l’uditorio se io definisco Polizzi lo scrittore della UTE: in effetti noi lo abbiamo rapito e non intendiamo più mollarlo per nessuna ragione! Lo consideriamo acquisito per una sorta di culturale usucapione. E questa nostra ossessiva appropriazione non deriva affatto da un qualche merito della nostra Università, ma dal lustro che Toti conferisce alla nostra scuola, di cui tutti noi lo ringraziamo affettuosamente e gli manifestiamo la nostra massima stima.
    È anche la 5° volta che io presento Salvatore, onorato di comparire sempre assieme alla Prof.ssa Anna Puliti, che ha il compito di presentare il libro.
    Su Polizzi scrittore romanziere abbiamo già detto tutto, al punto che sembrerebbe ripetitivo ripeterne la presentazione. Ma Salvatore ci stupisce sempre, perché ad ogni suo romanzo ci appare sotto una veste nuova. Solo due dei suoi 5 romanzi hanno fra se una certa somiglianza: mi riferisco alla “La Cuba” e a “Malachia”, che descrivono episodi ove si gustano mirabilmente usi e costumi della Sicilia di un tempo, ed uno spaccato della storia che il nostro paese ha vissuto nel secolo scorso.
    Ma negli altri tre romanzi, (“L’Orologio della vita”, “Chi è Dorothy” e quest’ultimo, “Ci sarà un altro giorno”), gli scenari e le trame sono radicalmente diversi, ed in ciò lo scrittore dimostra la sua eccezionale poliedricità e smisurata fantasia.
    Io non ho il compito di illustrare il romanzo, cosa che farà esaustivamente la nostra amica Puliti, ma nel presentare Polizzi non posso prescindere dal contenuto del medesimo, da cui prenderò in prestito alcuni spunti per cercare di inquadrare l’autore in questa sua ultima fatica, e definire bene la sua capacità letteraria e la vastità del suo repertorio di scrittore.
    In quest’ultima sua opera, “Ci sarà un altro giorno”, Salvatore affronta una nutrita articolazione di tematiche che portano a molteplici introspezioni dell’animo umano, ad una costante interrogazione della coscienza, del vissuto di ciascuno di noi e del nostro destino futuro. E lo fa con un linguaggio erudito e con una grande ricchezza di lemmi e di figure metaforiche e finanche di locuzioni latine. Utilizza, con grande padronanza, personaggi storici, letterari, scientifici e filosofici per costruire le sue metafore e descriverci le sensazioni, i desideri, i sentimenti e le paure dei vari soggetti, nelle vicende che vanno via via vivendo. Ed arriva perfino ad inventare un apposito personaggio che risulta veramente essenziale per dare vita alle sue introspezioni. Credo che Salvatore abbia letto attentamente “I Promessi Sposi”, perché, come Manzoni, utilizza le varie vicende per inserirvi pedagogiche lezioni di vita ed interessanti trattazioni umane, sociali e filosofiche.
    Leggendo il suo romanzo, ricco di erudite disquisizioni, ciascuno di noi è portato ad interrogarsi sulle proprie convinzioni, (sociali, politiche, religiose), sulle proprie certezze e sui propri dubbi. Si è portati a realizzare personali introspezioni per comprendere chi siamo realmente e cosa rappresentiamo effettivamente nella società e nel confronto con il prossimo. Il romanzo finisce anche per mettere a nudo i nostri personali inconfessati egoismi e le nostre assurde altezzosità.
    Le vicende raccontate sono umanissime, e a me è capitato raramente, come in questo caso, di immedesimarmi così profondamente nei sentimenti descritti e nelle sensazioni provate. Personalmente, le vicende descritte, le considero altamente pedagogiche, da cui trarre anche preziosi insegnamenti.
    Salvatore riesce a rendere il romanzo avvincente, ricco di sensazioni umane, di suspense, pur descrivendo normalissime vicende della vita: per certi versi, fatti salvi gli specifici fatti raccontati, il romanzo potrebbe essere un po’ autobiografico per ciascuno di noi, e credo che in molti, leggendo questo bel libro, che personalmente consiglio molto, vi ravviseranno similitudini con le proprie vicende umane.
    Mille cose ancora si potrebbero dire di Salvatore e della sua prorompente vena letteraria, e la cosa comunque più sorprendente è che Toti, come lo chiama affettuosamente la moglie Elvira, nel suo percorso lavorativo ha svolto un ruolo più tecnico-scientifico che non ad indirizzo letterario.
    Io azzardo una ipotesi che, se anche non fosse vera, sicuramente potrebbe essere verosimile: gli elementi che potrebbero avere influito sullo sviluppo della sua vena letteraria potrebbero essere molteplici e tutti concomitanti.
    In primo luogo il suo essere siciliano: una terra, la Sicilia, che è di fatto un laboratorio teatrale; per cultura, per scenografia, per origini storiche e per la naturale teatralità della sua popolazione.
    In secondo luogo gli scenari internazionali in cui Salvatore ha svolto il suo ruolo nel mondo del lavoro: in tale contesto egli ha incontrato molteplici persone e culture, che hanno sicuramente attivato la sua fantasia ed il suo bisogno di conoscere e comprendere scenari e vicende diversi dalle nostre condizioni di vita.
    E per ultimo, ma di primaria importanza, una innata vena letteraria che, seppure confinata nel subconscio nel corso del necessario percorso lavorativo, ha potuto emergere ed esplodere nel momento in cui è iniziato il periodo della quiescenza. E così Salvatore Polizzi si è potuto scoprire un provetto scrittore di romanzi: appunto, lo scrittore della Università della Terza Età di San Donato e San Giuliano.
    A conclusione di queste poche righe per descrivere il nostro valoroso scrittore, voglio ringraziarlo pubblicamente, e a nome di tutta la nostra scuola, per avere scelto, ancora una volta, la nostra Università per presentare il suo nuovo libro, come ha fatto per tutti gli altri quattro; e voglio ringraziarlo personalmente, e a nome di tutti i soci del nostro Lions Club “San Giuliano/San Donato Milanese” per la generosità con cui egli elargisce una parte del suo ricavato a favore di Services del nostro Lions Club.
    Grazie con affetto, Toti.

    Università della Terza Età
    “Gianpiero Profumi”
    Il Presidente
    Dr. Romano Tronconi

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  17. piero0810 (Autore Post)

    Anche se non spodesta dal trono l’Orologio della vita, si tratta di un ottimo libro che indaga l’ultima parte della vita di un uomo in una struttura assististita.
    In essa si muovono tanti personaggi, mirabilmente descritti ed in particolare Luigi che interpreta il ruolo di angelo custode e richiama quei film in cui il protagonista dialoga di continuo con il suo avatar. Molto bello il momento in cui Luigi prende tra le sue la manina di Chiara, allorche’ questa esterna il suo incidente di percorso.
    Man mano Vito si acclimata all’ambiente di Villa Serena e diventa anche molto popolare tra i suoi variegati abitanti. Questi ultimi, con forte introspezione, vengono mirabilmente descritti. Capitoli abbastanza brevi, rendono il racconto fluido. Come gia’ in altri tuoi romanzi la trama e’ intrigante ed il libro si legge d’un fiato. La famiglia di Vito ne esce molto bene e quanto accaduto a Chiara ne cementifica la solidita’ ed allantana il protagonista dalle sue determinate intenzioni di suicidio.
    Infine complesse ed interessanti le riflessioni di Vito, derivanti almeno in parte dalla copiosa bibliografia a cui l’autore ha attinto.
    Piero Romano

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